Press "Enter" to skip to content

La Contraddizione Sacra: Alla Ricerca di una Coscienza di Krishna “Vecchio Stile” in un Mondo Moderno

Sono Shyamananda Renzo Samaritani, nome spirituale Rama-Krishna Das, un devoto di Krishna che vive una vita tra dualità e conflitti. Mi definisco un aspirante devoto, ma il mio cammino è costellato di ambiguità e di domande irrisolte. Come posso, da devoto dichiaratamente gay e progressista, trovare la mia strada nella tradizione della coscienza di Krishna?

Il Problema delle Etichette

Prima di tutto, è importante capire che la spiritualità non dovrebbe avere etichette. Sì, sono gay e sì, ho opinioni progressiste su vari argomenti. Tuttavia, la mia identità non dovrebbe in alcun modo essere un fattore limitante nella mia ricerca spirituale. A dire il vero, i problemi iniziano quando la comunità — in questo caso la comunità Krishna — inizia a etichettare e giudicare gli individui basandosi su questi attributi.

Il Desiderio di Autenticità

Quando parlo di “vecchio stile”, mi riferisco al desiderio di tornare all’essenza della coscienza di Krishna così come era stata presentata da Bhaktivedanta Swami Prabhupada. La purezza e la semplicità con cui ha introdotto queste antiche pratiche in Occidente sono per me fonte di grande ispirazione. In un’epoca in cui vediamo una diluizione e a volte anche una distorsione della coscienza di Krishna attraverso l’influenza della New Age, del commercio dell’Hatha Yoga e altre mode spirituali, il bisogno di tornare alle radici è più forte che mai.

Il Legame Maestro-Discepolo

Il maestro spirituale riveste un ruolo fondamentale nel percorso di ogni devoto. La relazione tra maestro e discepolo è sacra, fatta di rispetto, dedizione e una serie di pratiche rituali che potrebbero apparire “esagerate” agli occhi occidentali. Ma queste non sono semplici ostentazioni; sono manifestazioni esteriori di una devozione interiore, un modo per vivere la spiritualità in modo “puro”.

L’Integrazione tra Modernità e Tradizione

È un conflitto apparente: da un lato, la mia inclinazione verso una pratica più “ortodossa”, e dall’altro, la mia vita in un contesto progressista e aperto. Ma forse il conflitto è solo superficiale. La verità è che la spiritualità è un percorso personale, e ogni individuo ha il diritto di forgiare il proprio cammino, anche se ciò significa navigare attraverso contraddizioni apparenti.

La chiave potrebbe essere nel trovare un equilibrio, nel fondere la modernità della mia vita con la purezza della tradizione che cerco. Dopo tutto, la spiritualità è un viaggio, non una destinazione. E se il cammino è contraddittorio e complicato, forse è perché è un riflesso della complessità della vita stessa.

Be First to Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: